Recentemente sono state pubblicate da parte dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) le nuove linee guida per ridurre il rischio di demenza.

La demenza è un problema di salute pubblica a livello globale, in rapida crescita.

I dati ci dicono che in tutto il mondo ci sono circa 50 milioni di persone affette da demenza.

Ogni anno si registrano 10 milioni di nuovi casi.

Si stima che il numero di persone affette da Demenza raggiungerà gli 82 milioni nel 2030 e i 152 milioni nel 2050.

É fondamentale ricordare gli enormi costi in termini economici e sociali pagati dai governi, dalle comunità e dalle famiglie. La demenza inoltre è una delle principali cause di disabilità e perdita dell’indipendenza nella popolazione anziana.

La relazione tra demenza e stile di vita

L’Oms ricorda che mentre l’età rappresenta il fattore di rischio più importante per il declino cognitivo, la demenza non è una conseguenza naturale o inevitabile dell’invecchiamento.

Diversi studi hanno dimostrato chiaramente l’esistenza di una stretta relazione tra lo sviluppo del danno cognitivo e la demenza con fattori di rischio legati allo stile di vita.

Tra questi troviamo ad esempio la mancanza di esercizio fisico, l’uso del tabacco, diete alimentari non equilibrate, l’uso eccessivo di alcool.

Inoltre alcune condizioni patologiche come l’ipertensione arteriosa, il biabete, l’obesità, l’ipercolesterolemia e la depressione sono associate ad un aumento del rischio di sviluppare demenza.

Altri fattori di rischio sembrano essere legati all’isolamento sociale e alla mancanza di allenamento a livello cognitivo.

Sulla base delle ricerche effettuate, l’Oms sottolinea come lo stile di vita di ciascuna persona rientra nella categoria dei fattori di rischio che vengono considerati modificabili.

Questo significa che è possibile tentare di prevenire il rischio di demenza attraverso l’adozione da parte della sanità pubblica di una serie di interventi che ritardino o rallentino il declino cognitivo.

Di pari passo è fondamentale lo sviluppo della ricerca e della divulgazione di strumenti informativi per la popolazione; dare maggiore importanza e attenzione alla diagnosi, al trattamento e alle cure per la demenza e non meno importante il supporto ai caregivers.

Le linee guida suggeriscono che per ridurre il rischio di demenza è necessario adottare uno stile di vita che preveda:

  • attìvità fisica regolare;
  • evitare di fumare;
  • mantenere adeguati livelli di pressione arteriosa, colesterolo e glicemia;
  • consumo moderato di alcool;
  • adottare una dieta alimentare sana ed equilibrata: in questo specifico caso viene raccomandata la dieta mediterranea caratterizzata da cotture semplici, uso di spezie, assunzione di poca carne a favore invece di frutta e verdura.

La dieta meditteranea è l’approccio dietetico più studiato in relazione al decadimento cognitivo.
Gli studi indicano che l’alta aderenza alla dieta mediterranea è associata ad un ridotto rischio di MCI (Mild Cognitive Impairment-deterioramento cognitivo lieve) e Demenza di Alzheimer.

“Nei prossimi 30 anni è previsto un aumento di 3 volte del numero delle persone affette da demenza.
Dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre, il rischio di demenza.
L’evidenza scientifica a supporto di queste linee guida conferma quello che sospettavamo da tempo: ciò che fa bene al nostro cuore fa bene anche al nostro cervello.”
(Tedros Adhanom Ghedreyesus, Direttore generale Oms, 14 Marzo 2019)

 

 

Fonte:http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=7397
http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=5708430.pdf

 

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