Stavo uscendo per andare al lavoro quando un pensiero mi ha attraversato la mente “e se mi fossi dimenticato di aver chiuso la manopola del gas?” L’ansia ha iniziato ad impadronirsi di me… ho cercato di tranquillizzarmi, di dirmi che l’avevo chiusa bene, che avevo crollato almeno cinque volte ma poi è comparso subito un altro pensiero… “e se ti fossi sbagliato? E se aprendo e chiudendo la manopola del gas invece che chiuderla l’hai lasciata aperta? E se poi esplodesse il condominio per questa tua sbadataggine?”
Il Disturbo ossessivo-compulsivo (conosciuto anche con l’acronimo DOC) si caratterizza per la presenza di ossessioni e/o compulsioni.
Le possiamo definire come pensieri, immagini o impulsi ricorrenti, persistenti e intrusive che compaiono nella mente della persona in modo del tutto involontario (es. “…e se toccando la maniglia mi fossi contaminato?”) creando ansia e disagio marcato.
Il contenuto delle ossessioni viene vissuto dalla persona come contrario al proprio sistema di valori, al proprio modo di essere; le ossessioni vengono valutate da coloro che le vivono come inaccettabili, prive di senso, eccessive, irrazionali; spesso sono accompagnate da emozioni come ansia, paura, vergogna, disgusto, colpa.
I temi più comuni delle ossessioni sono:
- Contaminazione
- Dubbi ripetitivi
- Sessuali
- Ordine e simmetria
- Religiosi
- Magico-scaramantici
Le compulsioni sono essenzialmente dei tentativi di soluzione che presentano specifiche caratteristiche:
- Sono dei veri e propri rituali ovvero vengono messe in atto secondo regole precise tanto da essere definite anche cerimoniali;
- Sono intenzionali questo significa che vengono prodotte in modo volontario e deliberato anche se non sono vissute dalla persona come atti liberi ma come atti imposti.
- Sono finalizzate ovvero il loro scopo è quello di neutralizzare le ossessioni;
- Sono obbligate cioè la persona si sente costretta a metterle in atto come risposta ad un’ossessione.
Attraverso le compulsioni la persona riduce il disagio e l’ansia prodotto dalle ossessioni tuttavia il sollievo è solo temporaneo in quanto i pensieri ossessivi si ripresentano nella mente della persona ancora più insistentemente di prima.
I temi più frequenti delle compulsioni sono:
- lavaggio
- controllo
- pulizia
- ripetizione di parole o frasi
- ripetizione di movimenti specifici
- ordine e simmetria
Nelle persone con Doc è possibile osservare la presenza di diversi sintomi; nel corso della loro vita possono passare da una sintomatologia all’altra o avere contemporaneamente più di un sintomo appartenente a sottotipi diversi.
Essenzialmente è possibile distinguere quattro sottotipi di DOC:
- Doc da controllo. Si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni legati al dubbio di aver dimenticato qualcosa o di aver fatto un errore o di aver danneggiato qualcosa o qualcuno senza la precisa volontà di farlo.
Il timore, la preoccupazione riguarda il fatto che una propria azione o omissione sia causa di disgrazie di cui loro sarebbero i colpevoli.
I rituali compulsivi tipici sono ad esempio controllare di aver chiuso il gas, la porta o l’acqua di casa; controllare ripetutamente lo specchietto retrovisore per verificare che non si sia investito qualcuno, aver contato bene i soldi o non aver scritto parole blasfeme; altri rituali di controllo posso semplicemente avvenire anche solo a livello mentale come ad esempio ripercorrere mentalmente la sequenza di un azione.
- Doc da contaminazione. Si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni connesse al rischio di contagio o contaminazione.
In un primo caso il timore è legato al fatto che loro stessi o un famigliare si possono ammalare entrando in contatto con qualche germe o sostanza tossica.
Gli agenti contaminanti comprendono anche sostanze come urine, sangue, sudore, saponi, solventi e per generalizzazione anche tutti gli oggetti o persone potenzialmente veicolo di queste sostanze.
Altre volte invece il timore non è legato al pericolo per la propria salute ma all’entrare in contatto con sostanze che creano disgusto (“schifo”) come lo sporco.
Ad esempio ci sono persone ossessionate dall’idea di entrare in contatto con sostanze grasse, unte.
Un terzo tipo di contaminazione è quella morale ovvero il timore di essere contaminati da persone che si ritiene moralmente degradanti.
Infine, un quarto tipo di contaminazione è legato alla sfortuna; ad esempio ci sono persone che sono ossessionati dall’idea di essere toccati da persone o venire a contatto con oggetti toccati da persone che hanno avuto una serie di disgrazie. In questo caso il timore di contaminazione è legato alla possibilità di poter vivere le stesse sfortune.
Nel tentativo di eliminare questi pensieri ossessivi la persona, nella maggior parte dei casi mette in atto estenuanti rituali di lavaggio, di pulizia, di decontaminazione.
- Ordine e simmetria. In questo caso le persone sono ossessionati dall’idea, dalla percezione, dalla sensazione che gli oggetti non sono come dovrebbero essere o che le loro azioni, i loro gesti non sono stati compiuti come dovevano essere eseguiti.
Questa sensazione, che è comunemente sperimentata da tutti gli essere umani, non viene tollerata dai pazienti ossessivi per cui si sentono obbligati a mettere in atto dei rituali compulsivi di riordino degli oggetti (es. libri, quadri, vestiti, oggetti personali) o di ripetizione dei gesti fino a che la persona non li percepisce come “a posto”.
- Pensieri proibiti e tabù. Si caratterizza per la presenza di ossessioni che intrudono nella mente della persona causando grossi timori.
È possibile suddividerle in quattro tipologie:
- Pensieri Blasfemi (es. bestemmie)
- Immagini aggressive (es. immagini o idee di fare del male a qualcuno)
- Immagini o idee perverse (es. l’idea di poter essere un pedofilo)
- Pensieri riferiti ad eventi negativi (es. se penso contemporaneamente ad una malattia e a mio figlio, questo pensiero può influenzare la realtà e causare realmente la malattia a mio figlio).
In questo caso i rituali compulsivi possono essere mentali e sostanzialmente consistono in formule di annullamento e preghiere oppure tentativi di soppressione del pensiero.
Ci sono altri tentativi di soluzione messi in atto dai pazienti con Doc ad esempio:
- la ricerca di rassicurazioni richieste ai famigliari e agli amici rispetto alle loro preoccupazioni. Ad esempio i pazienti con doc da controllo possono chiedere più volte ai loro famigliari conferma di aver spento il gas o di aver chiuso la porta.
- Gli evitamenti di tutte quelle situazioni che possono attivare il pensiero ossessivo (es. se temo di essere contaminato da germi toccando le maniglie di una porta evito di farlo e utilizzo altre strategie come aprire la porta con i gomiti).
- Le ruminazioni che si presentano sotto forma di veri e propri ragionamenti con lo scopo di dimostrare a se stessi con certezza assoluta che l’evento temuto non si verificherà o le ruminazioni in immaginazione rivolte al passato (es. ripercorrere con la mente per controllare ciò che si è fatto) o al futuro (es. ci si immagina la situazione temuta per verificare cosa si sarebbe disposti a fare).
Il Doc colpisce circa il 2-3% della popolazione, ugualmente tra uomini e donne.
Tutto questo significa che su 100 neonati 2 o 3 svilupperanno nel corso della loro vita il disturbo.
In Italia, si stima vi siano circa 800.000 persone afflitte da questa patologia.
Essa si manifesta nell’ infanzia, nell’adolescenza o nell’età adulta tuttavia la massima incidenza è tra i 15 e i 25 anni.
Se il Doc non viene trattato, il decorso solitamente è di tipo cronico, con oscillazioni della sintomatologia.
Al momento non è stata ancora individuata un’unica causa che possa spiegare lo sviluppo del disturbo.
L’ipotesi più accreditata e sostenuta da evidenze scientifiche fa riferimento a cause di natura psicologica.
Gli studi fino a questo momento condotti hanno ampliamente dimostrato il ruolo che timore di colpa e elevato senso di responsabilità giocano nel predire la tendenza allo sviluppo di ossessioni e compulsioni.
Accanto a questo gli studi hanno messo in luce come l’atmosfera famigliare e specifici stili educativi ricevuti hanno un ruolo del predisporre la vulnerabilità cognitiva al disturbo. I racconti dei pazienti sono spesso accumunati da un educazione severa che fa leva sul senso del dovere e sul rispetto dell’autorità e da un clima famigliare rigido, caratterizzato da una particolare attenzione alla moralità, al rispetto delle regole la cui trasgressione si accompagna ad una reazione da parte del genitore molto dura, sproporzionata e incongrua rispetto a ciò che è stato fatto agli occhi del bambino.
Vengono spesso riportati duri rimproveri associati ad un tono di voce ed espressioni facciali sprezzanti (rimproveri con il “muso”) con una sensazione di freddezza e di distanza emotiva che danno la sensazione di dover sempre stare attenti a come ci si comporta. Questo stile educativo con molta probabilità promuove il senso di responsabilità e la sensazione di colpa.
Il disturbo incide negativamente sulla qualità di vita della persona causando una grave compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, famigliare e di altre importanti aree della vita.
A questo proposito gli studi condotti ci dicono che:
- Il Doc è un disturbo invalidante che riduce in modo significativo la capacità di realizzazione esistenziale (Koran, Thienemann, Davenport, 1996); questo significa che i pazienti ossessivi molto spesso non riescono a svolgere un attività lavorativa o la perseguono in modo discontinuo o sono costretti ad accettare di svolgere mansioni a bassa responsabilità o comunque inferiori rispetto alle proprie capacità, competenze lavorative.
- Il Doc produce effetti negativi sulla qualità e durata delle relazioni affettive e sui rapporti d’amicizia.
Si stima che il 50% di queste persone non riesce a mantenere o a stabilizzare un rapporto di coppia (Smeraldi,2003).
La terapia cognitiva comportamentale si è dimostrata essere la forma di trattamento più efficace per la cura del disturbo.
La terapia cognitiva mira ad agire sui quei processi di pensiero che mantengono il disturbo.
Nel Doc, troviamo alcune credenze specifiche che sono alla base del disturbo:
- Controllo del pensiero
- Sopravvalutazione della minaccia
- Intolleranza dell’ambiguità e dell’incertezza
- Perfezionismo
- Responsabilità
Per quanto riguarda la terapia comportamentale l’intervento che si è dimostrato essere il più efficace è l’esposizione con prevenzione della risposta (E/RP).
L’esposizione è una tecnica che si basa sul fatto che l’ansia tende a diminuire spontaneamente dopo un lungo contatto con lo stimolo che la genera.
Ad esempio si può chiedere al paziente di stare a contatto con l’oggetto portatore di “germi” (es. toccare la maniglia di una porta) finché l’ansia non scompare.
Ripetere più volte l’esposizione consente una diminuzione progressiva dell’ansia fino alla sua cessazione.
Affinché questo avvenga è necessario accompagnare all’esposizione la prevenzione della risposta ossia non mettere in atto gli abituali rituali compulsivi cosicché l’ansia scompare spontaneamente.